ORIGINE
Il rione Campo Marzio, è situato su una delle zone più antiche di Roma che, fin dall’antichità, fu consacrata al dio Marte e adibita alle esercitazioni militari.
L’ultimo Re, Tarquinio il Superbo, si appropriò di quest’area per coltivarvi il grano, ma con il suo rovesciamento e l’istituzione della Repubblica l’area sarà nuovamente consacrata a Marte, e vi fu anche istituita la sede dei Comitia Centuriata, ovvero le assemblee pubbliche dei Cittadini Romani.
All’epoca degli Antonini, l’area su cui si estende il rione fu teatro di un enorme boom edilizio che portò alla costruzione di templi, teatri, portici, stadi e terme. Si contarono oltre 2777 insulae e 140 domus patrizie che, ancora oggi, possiamo rintracciare sulla Forma Urbis, la mappa marmorea della città voluta da Settimio Severo agli inizi del III secolo.
Con Augusto il Campo Marzio Romano, più ampio dell’attuale Rione, era suddiviso in due Regiones, una più settentrionale, chiamata Via Lata, ed una più meridionale, chiamata Circus Flaminius. La Regione Via Lata corrisponde, grossomodo, all’attuale Rione Campo Marzio.
L’inizio della monumentalizzazione dell’area si ebbe con il teatro di Pompeo nel 55 a.C. Con Cesare furono sistemati gli edifici legati alle elezioni, i Saepta Iulia (completati da Augusto) e la Villa publica.
In epoca augustea, Marco Vipsanio Agrippa inserì i giardini, la basilica di Nettuno, le terme con il suo nome e il Pantheon. Vi fu costruito anche il primo anfiteatro permanente di Roma (l’anfiteatro di Statilio Tauro), un teatro (il teatro di Balbo), un’immensa meridiana (Horologium Augusti) a fianco della quale sorgeva l’Ara Pacis. La zona non edificata verso nord era dominata dal mausoleo di Augusto e dall’orologio solare formato da un’estesa platea in marmo, i cui resti sono oggi visibili negli scavi a San Lorenzo in Lucina, e per gnomone l’obelisco oggi a piazza Montecitorio. Nel giorno natale dell’imperatore, l’ombra dello gnomone raggiungeva l’ingresso dell’Ara Pacis, il monumento voluto dal Senato romano per celebrare la pace e la stabilità portate dal governo di Augusto, che integrava questo grande complesso celebrativo e funerario.
Con la fine dell’Impero, il Campo Marzio diviene molto popolato a causa della sua vicinanza al Tevere. Alcuni toponimi come Sant’Andrea delle Fratte, o Capo le Case, ci fanno capire che l’abitato finiva lì e la parte culminante della Via Lata all’apoca era adibita, perciò, principalmente a vigne.
EDIFICAZIONE
Con il Rinascimento, i Papi rivoluzionano l’Urbanistica della Città, coinvolgendo non poco il Campo Marzio: Paolo II rettificò il percorso della Via Lata, che prese il nome di Via del Corso, Leone X tracciò Via Leonina, oggi Via di Ripetta, Clemente VII l’attuale Via del Babuino, completando il Tridente, mentre Paolo III creò la Via Trinitatis, oggi Via Fontanella Borghese e Via dei Condotti.
Alla fine del XVI Secolo, Papa Sisto V, nella sua opera di rinnovamento della Città non trascurò il Campo Marzio: tracciò la Via Sistina, eresse gli obelischi di Trinità dei Monti e Piazza del Popolo. Dopo di lui, Gregorio XIII realizzò Via Gregoriana.
Nel Seicento proseguì lo sviluppo del Rione, che diviene sempre di più sede di Palazzi nobiliari, mentre nel Settecento venne costruita la celebre Scalinata di Trinità dei Monti, e nell’Ottocento Valadier risistemò Piazza del Popolo e il Pincio.
Il Novecento vide la trasformazione dell’area a ridosso del Tevere con l’edificazione dei Lungotevere, ed anche il rivoluzionamento, durante il Fascismo, dell’area dell’Augusteo, con gli sventramenti di tutte le case adiacenti, area in cui negli ultimi anni è stato edificato il nuovo Museo dell’Ara Pacis, opera di Richard Meier.
Oggi, è un luogo vivace ed elegante, quasi totalmente dedicato allo shopping e al relax.
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