ORIGINE
Nel 1883, nel pieno della “febbre edilizia” sabauda, il piano regolatore dell’epoca aveva in origine previsto la conservazione di Villa Ludovisi, la cui bellezza era stata decantata da artisti come Goethe, Stendhal, Gogol e D’Annunzio ma la spinta dei proprietari terrieri ebbe la meglio.
E così, i Boncompagni eredi Ludovisi si rivolsero al Comune prospettando l’idea di un vasto quartiere alto-borghese da costruirsi sulle ceneri della loro villa che occupava un’area- gli Horti Sallustiani perché appartenuti prima a Giulio Cesare e quindi allo storico Sallustio- di oltre trenta ettari da Porta Salaria a Porta Pinciana.
Della villa rimane solo il Palazzo Grande commissionato dal Cardinale Ludovisi ed oggi inglobato nella sede dell’Ambasciata statunitense e lo splendido Casino dell’Aurora, un elegante edificio a due piani con attico e torretta belvedere, famoso per gli splendidi affreschi come quello del Guercino che raffigura l’Aurora da cui l’edificio prende il nome, o il dipinto murale realizzato da Caravaggio nel 1597 e restaurato negli anni ’90 che rende il Casino la sede dell’unico murale di Caravaggio noto al mondo. Oggi il Casino è in attesa di un acquirente anche se diverse aste negli anni sono andate deserte, malgrado il progressivo ribasso del prezzo di partenza che superava i 450 milioni di euro.
Tornando alla storia del Rione, decisivo per le sorti della Villa fu l’intervento della Società Generale Immobiliare che si accollò la costruzione delle strade e l’onere della vendita dei lotti. Il 29 gennaio 1886 venne firmata la convenzione triangolare fra Comune, Generale Immobiliare e il principe in titolo all’epoca, Rodolfo Boncompagni Ludovisi, per l’urbanizzazione, la lottizzazione e l’«edificazione di un quartiere di abitazione di ragione privata nella Villa già Ludovisi».
EDIFICAZIONE
La Roma post-unitaria è di fatto un grande cantiere: nel 1885 era stata ceduta al Comune anche Villa Borghese, ed è proprio per collegare quest’ultima al centro storico/politico che si era sviluppato intorno a Piazza Colonna, che si approfittò della distruzione di Villa Ludovisi per realizzare una grande via di comunicazione, come prolungamento di via del Tritone che era stata appena completata. Nacque così via Vittorio Veneto, la più bella via della Roma Umbertina, intorno alla quale cominciarono a sorgere ville, villini unifamiliari, “case da pigione”, alberghi di lusso per soddisfare le esigenze della borghesia che a poco a poco, per affari o per ragioni politiche, cominciava ad arrivare nella capitale d’Italia.
E così, a poco a poco, nasce il rione dove si cimentano i più prestigiosi architetti dall’ultimo ventennio del 1800 fino agli anni quaranta del secolo successivo. Successivamente, negli anni 50 Via Veneto diventerà il cuore pulsante della Dolce vita, teatro delle serate mondane degli attori hollywoodiani contribuendo ad accrescere la fama internazionale della città.
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