ORIGINE
Il Rione trae il suo nome dalla morfologia del territorio: comprende parte di Colli Esquilino, Viminale e Quirinale, più in alto quindi rispetto alla zona storicamente centrale della Città Eterna. Lo stemma originale riporta 3 monti verdi su campo bianco/argenteo.
Sembra che il rione diede i natali a Giulio Cesare, quando quell’area era composta da abitazioni romane di gran pregio.
Quartiere popolare e con una forte identità, tale da far acquisire in epoca medievale un vero e proprio dialetto differente dal resto della città, era costantemente a rischio incendi, tanto che venne eretto in epoca Augustea un muro a separare l’area dei Fori Imperiali dalla cosiddetta Suburra (la zona popolosa dell’attuale Rione).
I Monticiani, ancora oggi, conservano la loro forte identità, caratterizzata tra l’altro da una storica rivalità con i Trasteverini, che un tempo culminava anche con vere e proprie battaglie, tenute, spesso, nell’area del Campo Vaccino, nome con cui era chiamato il Foro Romano prima dei successivi scavi archeologici.
Monti si sviluppa su una superficie di circa 1,7 chilometri quadrati ed è uno dei più vasti rioni romani.
Area molto densamente popolata fin dall’epoca dell’antica Roma con le domus romane nella parte alta e la suburra con le abitazioni popolari nella parte più pianeggiante era attraversata da un’importante arteria, l’Argileto (che corrisponde a via della Madonna dei Monti e via Leonina), che la collegava al Foro Romano. Qui pare risiedesse la gens Iulia famiglia di Giulio Cesare che nonostante le origini aristocratiche, non era ricca per gli standard della nobiltà romana, né particolarmente influente.
Quartiere popolare dunque e con una forte identità, tale da far acquisire in epoca medievale un vero e proprio dialetto differente dal resto della città, era costantemente a rischio incendi, tanto che venne eretto in epoca Augustea un muro a separare l’area dei Fori Imperiali dalla cosiddetta Suburra. Per la caratteristica dell’area che insiste su diverse alture, l’approvvigionamento d’acqua era infatti complesso con gli acquedotti che non riuscivano a risalire in modo completo i dislivelli e a fornire acqua potabile. Per questo gli abitanti quindi tesero a spostarsi verso zone più basse come Campo Marzio.
Oggi la zona è particolarmente apprezzata dai turisti proprio in ragione della sua conformazione, con salite, scalinate, vie in doppia pendenza.
Monti è zona ricchissima di insediamenti monumentali e di chiese (con opere d’arte di grande rilievo), nonché di numerose immagini sacre e edicole, elementi di grande complessità a metà tra opera d’arte e componenti di arredo urbano, che arricchiscono i particolari di molti edifici con grande varietà di forme e materiali diversi per custodire immagini sacre. Le edicole si svilupparono soprattutto nel XVIII e XVIII secolo quando con i loro lumini votivi, rappresentavano l’unica forma di illuminazione cittadina.
Monti ospitò per diversi anni un istituto di fisica dell’Università dove i “ragazzi di via Panisperna” (così vennero chiamati colloquialmente gli appartenenti ad un gruppo di scienziati italiani), con a capo Enrico Fermi, operarono con importanti successi: tra loro anche Ettore Majorana, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo e Franco Rasetti.
EDIFICAZIONE
Proprio in ragione delle alture su cui insistevano le popolose zone di Monti, l’approvvigionamento d’acqua era complesso, in quanto gli acquedotti non riuscivano a risalire in modo completo i dislivelli e a fornire acqua potabile, gli abitanti quindi tesero a spostarsi verso zone più basse come Campo Marzio.
Nel 1570 all’interno del Rione nacque una nuova area, il cosiddetto quartiere Alessandrino, da non confondere con l’odierno Quartiere Alessandrino.
Il Rione venne nel tempo modificato in base ai piani regolatori delle epoche settecentesca e ottocentesca, molte zone destinate a verde (con insediamenti di ville, parchi, vigne e orti) che nel Medioevo caratterizzarono la zona, vennero sostituite da fabbricati, allorquando venne insediata l’attuale Via Nazionale.
L’apertura di Via dei Fori Imperiali portò alla demolizione del Quartiere Alessandrino e, oltre a questo, l’urbanizzazione di nuove aree con la nascita dei Rioni Esquilino e Celio, contribuirono alla riduzione del territorio del rione che assunse così i confini attuali.
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