RIONE PONTE

 

ORIGINE

Il rione Ponte era, in origine, una distesa di paludi, come ricorda Ovidio nei “Fasti”, un luogo misterioso, sibillino e “gonfio di agguati”. Il Rione Ponte deriva il nome dal ponte Sant’Angelo che ricalca il più antico ponte Elio fatto costruire dall’imperatore Adriano per collegare il suo mausoleo al resto della città. Raffigurato anche sullo stemma ed effettivamente appartenuto al rione sin dall’istituzione, Ponte Sant’Angelo passò nel secolo XVI al rione Borgo per volere di papa Sisto V.

Nell’antica Roma in questa zona c’era un porto che veniva utilizzato per portare i materiali necessari alla costruzione delle grandi opere nel Campo Marzio.

La vita nel rione divenne animata durante il medioevo. La zona di Ponte infatti fu una delle poche zone sempre abitate in quanto l’approvvigionamento idrico era garantito dal Tevere, allora potabile, mentre i colli di Roma dopo il taglio degli acquedotti da parte dei Goti e dei Bizantini furono in gran parte abbandonati dai suoi abitanti. Il nome medioevale di questo rione era Regio Pontis et Scortichiariorum con il riferimento presso Ponte Sant’Angelo di laboratori dove venivano conciate le pelli degli animali per la loro lavorazione: “gli scortichiarii”.

Durante il Medioevo il nome fu mutato in “Ponte S. Pietro” in quanto rappresentava l’unico accesso diretto per giungere alla Basilica dalla città. Il nome attuale (Sant’Angelo) si ricollega alla tradizione secondo la quale, nel 590 d.C., mentre papa Gregorio Magno attraversava il ponte durante una processione penitenziale, ebbe la visione dell’arcangelo Michele che, sulla sommità della Mole Adriana, riponeva nel fodero la spada a significare la fine della pestilenza che affliggeva Roma. Da allora la denominazione “S. Angelo” si estese al ponte ed al Castello, sui cui spalti venne innalzato il famoso angelo a ricordo dell’avvenimento. In memoria di un incidente provocato da cavalli imbizzarriti e verificatosi durante il Giubileo del 1450, quando circa 200 pellegrini morirono accalcandosi sul ponte mentre defluivano dal Vaticano dopo aver visto il velo della Veronica, Niccolò V fece innalzare sul ponte due piccole cappelle espiatorie dedicate a “S. Maria Maddalena” ed ai “Ss. Innocenti”.

Ponte Elio (oggi Ponte S. Angelo), fatto costruire da Adriano per collegare il mausoleo eretto in suo onore (l’attuale Castel Sant’Angelo) al resto della città.

 

Per molti anni Ponte S.Angelo divenne luogo di esecuzione della pena capitale e di esposizione dei corpi dei condannati a morte. La prima esposizione risale all’anno santo del 1500 e si tramanda che ben 18 impiccati furono appesi sul ponte, nove per ogni ingresso. Negli anni seguenti furono talmente numerose le impiccagioni che in seno al popolo nacque il commento proverbiale: “Ce sò più teste mozze su le spallette che meloni al mercato“.

 

EDIFICAZIONE

La zona, specialmente dopo il trasferimento della sede papale dal Laterano al Vaticano, crebbe di importanza per il continuo afflusso di pellegrini verso San Pietro, il che contribuì ad arricchire l’economia della zona: numerose erano le locande, osterie e attività commerciali come la vendita di oggetti sacri. Tutto ciò non fece che accrescere l’importanza del rione al punto che vi si stabilirono numerose famiglie aristocratiche e mercantili che fecero costruire grandi palazzi ai quali si aggiunsero alcune tra le chiese più belle della città.

L’aspetto fu completamente trasformato dopo che Roma divenne capitale nel 1870: furono costruiti i muraglioni del Tevere per fermare le piene del fiume, oltre a nuovi ponti per connettere la zona del Vaticano e Prati al resto di Roma. Tutte le viuzze che portavano sulla riva del Tevere sono scomparse per fare posto al lungotevere, ma questo rione, con i suoi rettilinei rinascimentali convergenti verso ponte S. Angelo, è riuscito a mantenere un perfetto equilibrio tra passato e presente.

Ponte Sant’Angelo e sullo sfondo il Rione Ponte

 

 
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