ORIGINE
Il simbolo araldico dell’ottavo rione di Roma, mescola gli elementi di una storia che coinvolge Placido capitano delle milizie di Traiano, che andando a caccia incontrò un cervo tra le cui corna intravide il volto di Gesù. Placido si convertì prendendo il nome di Eustachio. Trascorsi alcuni anni venne perseguitato per la sua fede tanto da essere esposto al martirio dei leoni da cui uscì indenne perché le belve non lo toccarono. Venne allora rinchiuso in un toro di bronzo infuocato dove trovò la morte anche se il corpo rimase alla vista non alterato dalle fiamme. Secondo questa narrazione la sua casa venne quindi trasformata dai cristiani in luogo di culto sulle cui fondamenta venne successivamente eretta la chiesa di S.Eustachio di cui si hanno le prime menzioni nel 795, durante il pontificato di papa Leone III, come centro di assistenza per i poveri e sulla cui facciata troneggia una testa di cervo con croce tra le corna.
L’antico edificio fu completamente ricostruito ed ingrandito nel 1195-1196 quando venne aggiunto il campanile romanico che ancora oggi si può ammirare. Una lapide conservata nella sacrestia ricorda la consacrazione della chiesa nel 1196. Nel XVI secolo era uno dei luoghi di preghiera preferiti da San Filippo Neri.
Il Rione animato centro di vita intellettuale con il mondo universitario dell’antica Sapienza e gli spettacoli del Teatro Valle, conta oltre alla chiesa omonima un gran numero di edifici di culto sorte per iniziativa delle corporazioni artigiane e delle comunità nazionali ed europee, da S.Andrea della Valle a S.Luigi de’ Francesi, da S.Agostino a S.Carlo ai Catinari.
La chiesa di S.Ivo alla Sapienza sorge all’interno del cortile del Palazzo della Sapienza, sede dell’antica Università di Roma, originariamente nata, per volontà di Papa Leone X, come cappella universitaria. A Roma la storia dell’Università ebbe inizio nel 1303 quando papa Bonifacio VIII fondò lo Studium Urbis, con sede in Trastevere. Nel 1431 Papa Eugenio IV volle dare all’Università una struttura più articolata e per questo motivo acquistò alcuni edifici nel rione S.Eustachio.
La Fontana dei Libri in via degli Staderari, dal nome degli antichi fabbricanti di stadere e bilance numerosi in zona come molti altri artigiani, rievoca sia la storia che ha dato il nome al Rione che il collegamento al mondo universitario. Il simbolo rionale infatti è circondato da quattro libri antichi, due per ciascun lato in onore dell’Università della Sapienza con l’acqua che sgorga da cannelle a forma di segnalibro. E’ di epoca relativamente recente essendo stata realizzata nel 1927 dall’architetto Pietro Lombardi al quale il Comune di Roma commissionò la progettazione di varie fontane dedicate ai simboli degli antichi rioni o di mestieri scomparsi distribuite sul territorio cittadino.
Nel Rione in Piazza delle Coppelle che prende il nome dai venditori di “coppelle”, piccoli recipienti in legno contenenti cinque litri di acqua c’è la chiesa di S. Salvatore che ha la particolarità di due lapidi poste sul fianco lungo della navata: la prima è una lastra marmorea una sorta di buca per lettere nella quale osti ed albergatori erano tenuti a depositare denunce di malattia dei loro ospiti, posta, come recita anche l’iscrizione, nel 1750, in occasione del Giubileo. La seconda, riporta la scritta “CHI(ES)A DEL S.mo SALVATORE DELLA PIETA AL(IT)ER DELLE CUPELLE 1195“ che è la prima iscrizione pubblica a Roma in lingua volgare, dove è ben visibile la trasformazione dal latino all’italiano.
Anche questo Rione come molti altri del centro cittadino è stato oggetto di demolizioni, come quella avvenuta per la costruzione di Corso Vittorio Emanuele II e quella per l’apertura di Corso del Rinascimento, dove un tempo si apriva “via delle Cinque Lune”.
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